Referendum: da Consulta due No ai quesiti elettorali. Ora si cambi la legge
12 gennaio 2012
Pubblicato in: Attualità
"La Corte Costituzionale - si legge nella nota di palazzo della Consulta - in data 12 gennaio 2012 ha dichiarato inammissibili le due richieste di referendum abrogativo riguardanti la legge 21 dicembre 2005 numero 270 (Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica). La sentenza sara' depositata entro i termini previsti dalla legge". "Rispettiamo pienamente la decisione della Corte Costituzionale - ha commentato il Segretario del PD Pier Luigi Bersani - leggeremo il dispositivo per farci illuminare dalle valutazioni. Ora tocca al Parlamento agire e noi da domani siamo impegnatissimi a cambiare il porcellum. Il PD ha già depositato la sua proposta di riforma e a partire da lì, naturalmente aperti al confronto, vogliamo discutere con tutte le forze politiche e il dialogo con la società". Per il Segretario del PD "non ci possiamo tenere l'attuale legge elettorale perchè in una situazione già molto grave, finiremmo per vedere accresciuto il distacco tra cittadini e istituzioni. Chi come noi ha dato un aiuto decisivo alla raccolta di firme, non può certo gioire per la decisione della Consulta ma la rispettiamo". "Il PD è l'unico Partito ad aver depositato una proposta di legge sulla Legge elettorale. Chiediamo che le conferenze dei capigruppo di Camera e Senato predispongano il percorso del confronto ed ella decisione sulla legge elettorale". "Non commento la decisione della Consulta, la rispetto e aspetto di leggere le motivazioni della sentenza ", ha dichiarato Anna Finocchiaro, Presidente dei senatori del PD dopo la sentenza della Consulta sull'ammissibilità dei referendum elettorali. "Ma non è accettabile leggere commenti violenti e volgari contro un organo costituzionale - ha aggiunto Finocchiaro in riferimento ad alcune esternazioni di Di Pietro- non è possibile compiere insinuazioni di basso profilo ed esprimere giudizi irrispettosi verso la Consulta e verso il Capo dello Stato. Oggi, dopo questa sentenza, sulle forze politiche che hanno a cuore la democrazia italiana e sul Parlamento pesa ancora più forte la responsabilità di cambiare il Porcellum. Una delle cause dell'allontanamento dei cittadini italiani dalla politica risiede proprio nell'attuale legge elettorale. E' il momento adesso di misurare la sincerità delle forze politiche che a grande maggioranza hanno detto di volerla cambiare. E' in Parlamento e non nelle piazze che si misurerà ora la volontà riformatrice dei partiti. Il PD farà con responsabilità la sua parte". Anche il Vice presidente del Senato Vannino Chiti ha ribadito "quanto sia doveroso rispettare la sentenza della Corte Costituzionale, condannando ogni aggressione verbale nei confronti della Consulta e del Presidente della Repubblica, come quella di cui si fa ancora una volta portavoce Di Pietro. Faremo di tutto perchè le prossime votazioni non si svolgano con la legge 'porcellum': ogni forza politica e ogni singolo parlamentare si dovranno assumere chiare responsabilità di fronte al Paese''. Luigi Zanda, Vicepresidente dei senatori del PD ha aggiunto: "L'onorevole Di Pietro dovrebbe sapere che le sentenze e i giudici vanno sempre rispettati, anche quando non si condividono le loro decisioni. La sentenza della Consulta impone al Parlamento di mettersi subito al lavoro per cambiare la legge elettorale. Questo è il dovere dei deputati e dei senatori. Non quello di sollevare le piazze contro le Istituzioni". "Dopo la bocciatura del referendum non c'è dubbio che spetti al Parlamento agire", ha incalzato Massimo D'Alema, che ha spiegato: "Il referendum avrebbe certamente messo le Camere nell'obbligo di agire, ma c'è comunque un obbligo morale perchè l'attuale legge elettorale è insostenibile e inaccettabile per i cittadini"
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