E’ innegabile che ci aspettavamo di più. Una vittoria netta, che avrebbe scongiurato il rischio di ingovernabilità al Senato. Ma non mi interessa, perché non ha senso, fare adesso della storia controfattuale, dipingendo scenari differenti “se avessimo scelto... se non avessimo fatto...”. E dove sono stati fino ad oggi quelli che ora si affacciano alla finestra e con il senno di poi, nota scienza esatta, danno lezioni e puntano il dito?
Dobbiamo guardare avanti, non il nostro ombelico. Il risultato di questa consultazione ci dice alcune cose chiare. Il PD è oggi parte di un sistema politico che si è completamente trasformato, in cui tanti partiti – da sinistra a destra – sono letteralmente spariti, e in cui sono emerse forze politiche nuove che siederanno in Parlamento per la prima volta e con cui dovremo necessariamente confrontarci.
Non possiamo sbagliare. E il primo errore dal mio punto di vista, sarebbe quello di pensare ad una grande coalizione senza Grillo. Sarebbe un vero e proprio suicidio politico. Dobbiamo farci carico della grave situazione del Paese e contemporaneamente dare risposte puntuali alla richiesta di cambiamento che è venuto da questo. Su riforme come la legge elettorale, il conflitto di interessi, la riduzione dei costi della politica e i provvedimenti rapidi per imprese e lavoro sarà necessario trovare convergenze con i rappresentanti del M5S e di conseguenza i numeri per poterle approvare in Senato.
Non è più il tempo dei tatticismi, e di quali alleanze, del "teatrino della politica" respinto con il voto dagli elettori. E' venuto il momento di proposte radicali coerenti con il livello dei problemi e le aspettative di una parte importante dei cittadini.
Il risultato di queste elezioni (senza bizantine distinzioni tra il piano nazionale e quello locale) deve portare a interrogarci, tutti noi che formiamo la classe dirigente del PD con ruoli di responsabilità politica e amministrativa. Dobbiamo trasformare una situazione critica in opportunità e dimostrare di essere capaci di interpretare fino in fondo il messaggio che gli elettori hanno affidato alle urne come una richiesta di forte cambiamento. Dobbiamo essere capaci di rompere gli schemi, riorganizzando e rilanciando la proposta e la partecipazione anche sul territorio. Abbiamo già compiuto passi in avanti con le primarie, ora occorre uno slancio ulteriore per un rinnovamento coraggioso, che non sia meramente generazionale né semplicemente "cosmetico".
Emma Petitti
segretario provinciale PD Rimini