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Pensioni: bene il “bonus Poletti”, ora cancellare i privilegi previdenziali dei parlamentari

21 maggio 2015

Pubblicato in: Comunicati Stampa

Pensioni: bene il “bonus Poletti”, ora cancellare i privilegi previdenziali dei parlamentari     Rimini, 21 maggio 2015 - "La scelta del Governo di rimborsare "una tantum" il primo agosto le pensioni fino ad un lordo di 3.200 euro e di continuare con le rivalutazioni già approvate nella legge di stabilità per il 2014 rispetta la sentenza della Corte Costituzionale che richiama in primo luogo al rispetto della progressività e della tutela delle fasce più deboli. Si tratta di un rimborso che varierà da 278 euro a 750 ponendosi l'obiettivo di tutelare in primis le pensioni più basse. Ma la vera svolta è rappresentata dal fatto che si parla apertamente di rivedere la Legge Fornero rendendola flessibile in uscita. Una proposta che è già prevista nel disegno di legge da me sottoscritto nei mesi scorsi, e che favorirà il ricambio generazionale, ridimensionerà drasticamente il fenomeno degli esodati e permetterà di avere una uscita "personalizzata". Certamente questo punto ora è in cima all'agenda e da una sentenza su un provvedimento del passato si può cogliere una grande opportunità per dare risposta alle aspettative di molti lavoratori in uscita e di altrettanti giovani in entrata.   Penso inoltre sia giunto il momento di cambiare nettamente il trattamento previdenziale dei deputati. E’ ora di apportare una modifica radicale che stabilisca in via definitiva che chi siede a Montecitorio, per il periodo in cui è in carica, si vedrà trattenuti i contributi che la Camera verserà sul suo fondo previdenziale (Inps, Inpdap, Commercio, Ordine Professionale…), in modo che ogni deputato vada in pensione al pari di tutti i cittadini con un unico “vitalizio” e con gli stessi  limiti di età e di anni contributivi. Fra l’altro nella attuale XVII legislatura ci sono ben 413 deputati (pari al 65,56%) che hanno meno di 5 anni di incarico e questo permetterà di dare una spallata definitiva ad un trattamento di “privilegio” che non ha alcun motivo di continuare ad essere perpetuato. Per questo ho scritto alla presidente della Camera, Laura Boldrini, e ai Questori (è l’Ufficio di presidenza della Camera infatti a decidere in materia) per chiedere che i parlamentari, così come tutti i cittadini, abbiano una propria posizione previdenziale legata ai contributi. Chi ha l’opportunità e il privilegio di rappresentare la propria comunità in Parlamento deve farlo come unico “lavoro” (io dall’inizio del mio mandato sono in aspettativa non retribuita), e per una fase transitoria della propria vita". 

  Tiziano Arlotti Deputato PD Rimini 


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