Siamo nel corso di una vicenda delicata e complessa verso cui ora serve
dare grande impegno e fiducia per il futuro, per il bene del Pd a cui
va garantita tenuta e unità, e per il bene del Paese, che attende le
riforme e risposte sull'economia e il lavoro.
Dopo l'esclusione di Berlusconi dal governo è mancato il salto di
qualità al governo Letta. E' iniziato anzi un rapporto conflittuale
tra il nuovo segretario Renzi e il premier che ha portato in due mesi
ad un logoramento, un'agonia che faceva male al Paese e al PD.
Serviva un chiarimento politico, lo abbiamo chiesto nelle scorse
settimane. Si è consumato però nel modo peggiore, come un conflitto,
un problema tutto interno al PD quando in realtà non lo era, perché in
realtà chiamava in causa anche il difficile rapporto del governo con
le parti più vive della società, i sindacati, Confindustria. Serviva
un chiarimento, ma si è partiti "dalla coda" invece che dalle ragioni
di merito e dalle politiche che devono portare a una nuova stagione.
Ora a me interessa che si dimostri responsabilità nei confronti del
Paese e si lavori sulla prospettiva politica e programmatica con cui
dovremo governare, sui contenuti e la qualità del governo che Renzi
dovrà costruire.
Un governo che dovrà necessariamente condividere con
la maggioranza un'impostazione politica innovativa e che dovrà essere
maggiormente rappresentativo del nostro partito. Dovrà esserci anche
coerenza riformista nel governo Renzi: riuscire a realizzare le
riforme su cui ci siamo impegnati in questi mesi e farlo con le forze
politiche che lo sosterranno.