Avanti con le riforme, ma senza eludere un nodo centrale: uscire da una situazione di indeterminatezza e chiarire il rapporto del Pd con il Governo.
Le modifiche alla Costituzione dal 15 febbraio procederanno in Parlamento in parallelo con la legge elettorale. Una grande opportunità se si terranno i tempi giusti, senza perdere ulteriore tempo. Acquisito il via libera in prima lettura alla legge elettorale, al Senato partirà l'esame della riforma del bicameralismo e alla Camera verrà incardinato il ddl per la modifica del titolo V della Costituzione in modo che il Pd si presenti all'appuntamento delle europee con l'Italicum approvato e un primo passaggio delle riforme.
In questo disegno il Senato dovrà diventare la camera delle autonomie: un organo più snello composto da 150 membri non eletti dai cittadini, di cui 108 sindaci di comuni capoluogo, 21 presidenti di Regione e 21 esponenti della società civile saranno scelti temporaneamente dal presidente della Repubblica per un mandato, tutti senza stipendio, senza potere di sfiduciare il governo e con una produzione normativa essenziale. La riforma del titolo V che regola le competenze tra Stato ed enti locali dovrà rifarsi alla bozza dei saggi consultati dal governo, abolendo la legislazione concorrente e mantenendo gli stipendi dei consiglieri regionali sotto o pari a quelli dei sindaci.
Accelerare sulle riforme dunque, mettere al centro del dibattito delle prossime settimane il nostro ruolo in Europa, sostenere le misure per rilanciare l'economia e ripartire con l'occupazione, cambiare concretamente le cose: solo questi passi ci permetteranno di superare questa fase politica, di battere l'antipolitica e di riallacciare rapporto con la nostra gente, a fronte dell'atteggiamento populista di M5S e Lega.
Ora c'è un nuovo patto di governo da scrivere, lasciandoci alle spalle ogni ambiguità. Serve una vera ripartenza del Governo con un Pd compatto capace di sostenerlo. Ogni ipotesi va considerata e analizzata, tenendo presente che le elezioni ora nascerebbero sul nostro fallimento. Le elezioni, infatti, si vincono o perdono sulla credibilità e il consenso che sanno trasmettere i leader, le proposte politiche e i candidati, e l'Italicum non rappresenta un vantaggio per il centrodestra.
E' bene capire perciò come uscire da una situazione di indeterminatezza. Renzi dovrà prendere un'iniziativa chiara su cui il partito dovrà discutere in questa fase con una piena responsabilità, nello spirito di una collaborazione leale tra il governo e il primo partito della maggioranza. Il 20 febbraio sarà l'occasione per sciogliere ogni dubbio e dare una svolta.
Emma Petitti
Deputato PD
Membro direzione nazionale PD