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"Urbanistica: la nostra idea di sviluppo è un disegno complessivo di riqualificazione sostenibile della città"

5 ottobre 2012

Pubblicato in: Attualità

"Sono convinta che tutti noi oggi qui presenti siamo consapevoli del fatto che si è aperta una fase nuova e che nessuno ha mai vissuto prima nella nostra storia. Di più: è iniziata un'epoca nuova. Un'epoca in cui la crisi ci ha posti di fronte a sfide e problemi che non possiamo più affrontare e risolvere con gli strumenti fino ad oggi a disposizione. La crisi è strutturale, di sistema: è in questo contesto complesso che dobbiamo e dovremo operare e lavorare nel realizzare la nostra idea di città.

Sono cambiati gli elementi costitutivi: dall'insediamento dell'attuale amministrazione ai mesi che ci attendono, il nostro compito è passare da una attività di gestione del modello attuale alla programmazione strategica e all’attuazione di un nuovo modello di sviluppo. La strada è tracciata: dobbiamo riqualificare un distretto economico e turistico che va convertito. La riqualificazione e la qualità urbana sono la chiave non solo di questo sviluppo, ma anche della coesione sociale della nostra comunità.

La nostra guida è il Piano strategico. E' la prima volta che Rimini può contare su un documento che delinea una strategia fondata su un approccio integrato ai temi della città, frutto di un percorso partecipativo concreto e approvato all’unanimità. Il Piano strategico è uno strumento di governance europeo di società complesse. Disegna la visione e le condizioni per programmare e avviare la realizzazione della città che vogliamo.

Oggi siamo nella seconda fase della programmazione strategica. La sfida è che il processo del Piano strategico si incroci con la Pianificazione territoriale (il PSC e il RUE e poi il POC), ovvero calare la vision del Piano Strategico negli strumenti di Pianificazione territoriale. Proprio per rendere sempre più interconnesse le coordinate del Piano Strategico e gli strumenti della Pianificazione territoriale, la giunta a questo fine ha deciso di prolungare il tempo per la presentazione delle osservazioni al PSC, sia per rispondere alle richieste che provenivano dalla comunità, sia per valutare le potenzialità e le coerenze del PSC con l’idea di città e comunità che abbiamo in mente. La stessa valutazione l'abbiamo creduta opportuna anche per i Piani Particolareggiati e i permessi di costruire in corso di istruttoria alla data di adozione del PSC.

La Rimini che abbiamo in mente passa da una città frazionata e fratturata ad una città coesa e circolare. Il centro storico che si apre all’anello dei borghi, l’anello più largo del tessuto urbano che trova percorsi protetti per il centro e i borghi con una cerniera di parcheggi, l’anello più largo ancora che passa dalle frazioni individuando per esse delle funzioni caratterizzanti...

Si tratta di rendere la nostra città più vivibile e fruibile dai cittadini e dagli ospiti. Si tratta di ricomporre le fratture perché così un luogo della città può usufruire del valore aggiunto rappresentato da un altro luogo della città. Lo si deve fare realizzando percorsi di mobilità leggera, ciclopedonale che colleghino il centro con quell’80% del territorio urbanizzato che oggi non ha questo tipo di collegamenti.

L’Anello Verde è il progetto che vuole dare vita a tutto questo. Nasce sulla base delle sugge­stioni e degli obiettivi del Piano Stra­tegico e definisce una procedura condivisa con gli enti sovraordinati, Provincia di Rimini e Regione Emilia-Romagna, per convo­gliare l’attuazione per stralci dei diversi progetti scaturiti dal Piano. Significa costruire un nuovo patto di innovazione sulla pianificazione strategica e passare dalla visione alla progettazione.

L'Anello Verde è il progetto unitario di riqualificazione e riconnessione delle parti significative della città. Sulla base del sistema degli spazi pubblici e delle reti verdi definiti dal Piano Strategico, il progetto dell’Anello Verde è il sistema che vuole riquali­ficare, rigenerare e rivitalizzare le parti rilevanti della città connettendone i luoghi più significati­vi, innalzando la qualità della vita e puntando sul trasporto lento e le relazioni urbane, per una cit­tà connessa e circolare.

L'Anello Verde è anche il fulcro di un nuovo modello di mobilità sostenibile, che colleghi le parti nevralgiche della città di Rimini con i suoi quartieri periferici e con il resto delle città grazie ad un sistema anulare aperto e ricongiunto alla città da sistemi a rete.

E' un progetto diviso in 14 stralci, in modo che ciascuno sia attuabile con procedure e tempi differenti. Tra le aree già da oggi riconosciute come parte del progetto sono tutti i lungomare, l’area del porto ca­nale, il parco Marecchia, il deviatore Ausa, com­prendendo tutto il parco dell’Ausa fino la mare e attraversando l’area della stazione.

L’Anello Verde racchiude quindi gli obiettivi che ci poniamo per mettere a sistema una serie di progetti e di azioni del Piano Strategico:

- innovare l’immagine turistica di Rimini con la riqualificazione dei suoi lungomare;

- riqualificare porzioni della città storica e consolidata;

- passare da una città fratturata ad una città coesa e circolare, riconnettendo la marina e il forese alla città, superando le attuali fratture;

- riconnettere le frazioni al centro, attraverso collegamenti protetti e attraverso l’attribu­zione di funzioni forti in grado di attribuire identità autonoma alle frazioni;

- recuperare un rapporto forte con il mare, at­traverso il recupero e la valorizzazione di luoghi identitari (il porto, il mercato del pesce, il ponte di Tiberio come porta di accesso alla città storica, Piazza Malatesta,…).

A questa idea di città circolare dovranno essere perciò coerenti i progetti di riqualificazione urbana. Con questo obiettivo impostiamo e valutiamo gli strumenti di pianificazione e attuazione urbanistica. La qualità urbana è l'orizzonte della nostra attività. La riqualificazione urbana è il motore della rigenerazione della città e della rinascita economica e sociale di Rimini.

Per il Partito Democratico l'affermazione "basta consumo di territorio" non è uno slogan, ma parte fondante della nostra impostazione per una nuova fase di gestione del territorio.

Serve per questo una cultura diffusa che mandi in soffitta l'equazione “edilizia uguale nuove costruzioni e consumo del territorio”; occorre fare ripartire l'edilizia puntando non sul consumo del territorio, ma sulla riqualificazione dell'esistente. Vale anche per l'innovazione nella parte turistica della città, di cui la riqualificazione delle strutture ricettive è un aspetto fondamentale. Il Partito democratico propone politiche nazionali di sostegno all'innovazione, proseguendo ad esempio sulla strada degli incentivi fiscali per il recupero del patrimonio edilizio esistente. Proprio recentemente, alla festa nazionale PD del turismo a Milano Marittima, il segretario Pier Luigi Bersani ha proposto di estendere anche al settore ricettivo il beneficio della detrazione del 55%.

La parola d'ordine è sviluppo sostenibile. L'obiettivo è la riqualificazione del territorio e del nostro prodotto economico, motore dello sviluppo e della coesione sociale nei prossimi anni. In questi mesi passeremo dalla vision del Piano strategico alla realizzazione di tale vision. L'Anello verde è la risposta. E' questa la sfida, non solo urbanistica, ma culturale, che vogliamo vincere per la città.

Ecco perché mi sembra che, in definitiva, il dibattito sollevato dall'opposizione in consiglio comunale sia un tentativo - neanche ben riuscito - per dire che l'opposizione incalza la giunta su temi strategici per la comunità a fronte di un presunto immobilismo. Ma in questo modo l'opposizione ripropone un vecchio copione di gestione delle politiche del territorio che ha fatto il suo tempo.

Come dicevo in apertura, siamo oggi in un'epoca nuova. L'adozione del PSC e del RUE risalgono non solo alla passata legislatura ma anche a un altro periodo dell'economia italiana.

Già nell'adozione vi erano i punti principali per noi irrinunciabili. Ricordo uno dei presupposti fondamentali: "Il nostro territorio non può più essere considerato motore dello sviluppo come lo è stato per decenni". Questo principio comporta una nuova elaborazione dello sviluppo che tenga non solo conto di questo principio, ma individui anche nuove modalità di crescita sostenibile e di innovazione.

È in questo senso il lavoro importantissimo che l'amministrazione sta facendo per aggiornare il nostro bagaglio culturale e di gestione urbanistica ai nuovi tempi. D'altra parte abbiamo la solidità di avere alle spalle un ottimo lavoro sul Piano strategico, e non è un caso che farà parte del comitato promotore anche la Regione Emilia-Romagna. Lavoriamo al nuovo masterplan della città dove rendere coerenti gli interventi di ricucitura e riqualificazione con gli strumenti di pianificazione urbanistica.

Per questi motivi si poteva evitare questo dibattito. Lo stesso odg proposto ricalca vecchie logiche ampiamente superate dai fatti.

Serve forse ricordare che le sofferenze delle banche spagnole derivano dall'avere circa un milione di abitazioni di cittadini che, non potendo pagare più il mutuo, si sono trovati senza casa, e le banche con un valore nettamente inferiore a quello stabilito alla data di concessione del mutuo?

Quel modello è finito e non saremo certamente noi a riproporlo sotto forma di altre soluzioni mascherate".



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