Caro iscritto, cara iscritta,
il diritto alla salute e il futuro del sistema sanitario sono stati recentemente al centro dell'incontro tenuto a Roma dal Partito Democratico in vista della Conferenza nazionale sulla salute di ottobre, e del Consiglio comunale svolto giovedì a Rimini sulla sanità in Romagna. Il punto di partenza è ovviamente la necessità di fare i conti con l’emergenza crisi e il contenimento della spesa pubblica. Ma la condizione essenziale per ragionare di prospettive è affrontare l’attuale fase critica del sistema sanitario salvaguardando i livelli di assistenza ai cittadini.
Come scritto nero su bianco nei giorni scorsi dalla Conferenza delle Regioni, il decreto-legge sulla spending review, combinato agli effetti delle precedenti manovre finanziarie, non consente di sottoscrivere il Nuovo Patto per la Salute 2013-2015, compromettendo la sostenibilità e la gestione del Sistema Sanitario Nazionale. Ed è da evidenziare il pesante depauperamento del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, che per l'anno 2012 risulta pressoché azzerato.
Si parla di un taglio di un miliardo di euro nel 2012 e di 5 miliardi di euro tagliati nei prossimi due anni e mezzo in sanità. Occorre invece ottimizzare la spesa, ma senza tagliare i servizi: vogliamo decidere insieme per fare un'operazione in modo equo, evitare tagli lineari e senza andare a incidere sui servizi per i cittadini. La sanità non è una questione economica da affrontare in termini ragionieristici: al centro ci deve essere la qualità del sistema.
Il tema vero è dunque la sostenibilità del sistema sanitario e il preservare attenzione ai territori, non una una riflessione unicamente sui modelli. Dobbiamo partire dai risultati conseguiti in questi anni a Rimini. L'Ausl riminese è l'unica senza disavanzo, con un bilancio di circa 650 milioni di euro. A Rimini abbiamo eccellenti performance sulla spesa farmaceutica, la più bassa in Romagna, e punte di diamante riconosciute ed affermate, come il nuovo Dea, il Dipartimento di “Malattie Cardiovascolari" e l'Unità Operativa di Cardiologia dell'Ospedale “Infermi” di Rimini, il dipartimento Materno–Infantile, la chirurgia della spalla e del gomito di Cattolica.
Sono numeri che disegnano una realtà importantissima. Il rischio che abbiamo di fronte, con i tagli lineari e la riorganizzazione complessiva a cui si andrebbe incontro, è la perdita di un’identità e di un'inestimabile esperienza. Il rischio è non vedere finalizzato per questo territorio ciò che a questo territorio appartiene.
La sfida è allora continuare a valorizzare ciò che i territori hanno realizzato e stanno portando avanti virtuosamente in sanità, condividendo al contempo servizi e funzioni. Il tema per noi è quello dell'Area vasta, che conserva inalterata l’autonomia del governo territoriale della sanità e quella aziendale nell’organizzazione dei servizi e delle funzioni sanitarie rientranti nei confini dell’autosufficienza territoriale. Rimini continua a lavorare e a funzionare da esempio. Dobbiamo portare in Area vasta i nostri meccanismi virtuosi, è un lavoro da portare avanti con costanza e cura, a cui tecnica e politica devono lavorare insieme.
Emma Petitti
segretario provinciale PD Rimini
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