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Matteo Orfini, Pd: non esternalizziamo l'innovazione. Diamo alle civiche i posti degli staff dei leader

4 giugno 2012

Pubblicato in: Attualità


Matteo Orfini, davvero la sinistra Pd boccia le liste civiche?

Certo che le boccia. Ma è chiaro che se davvero uno che ha voglia di impegnarsi non trova nel Pd un posto accogliente, questo è un nostro grosso problema Però il Pd non può rinunciare a fare una scelta di innovazione ed affidarla in outsourcing. Scalfari dice che se 40 anni fa il Pci aveva gli indipendenti, oggi il Pd può accettare le liste civiche.

Sbagliato: abbiamo voluto il Pd per farne la casa comune dell`innovazione.



La società civile non fa la fila per tesserarsi al Pd.

Non siamo in grado di coinvolgere perché siamo sempre impegnati a garantire i nostri equilibri interni. Se quindici intellettuali oggi decidessero di candidarsi con noi, dovremmo discuterne con tutte le correnti. Oppure spartirli fra le correnti.



Quindi niente intellettuali e `società civile` nelle liste?

Il contrario: voglio attirarli, e cedere loro i posti che invece riserviamo a chi è nello staff di un leader o di un altro. Per rispondere a Scalfari ( ieri sul Fatto): non rinuncerò mai all`idea che Rodotà si candidi con noi.

 

Bersani è orientato a indire primarie aperte, in cui si possano candidare altri, oltre lui. Cambierete lo statuto o lo ignorerete?

Dobbiamo decidere una buona volta che fare. Vogliamo fare le primarie per il candidato premier? Allora cambiamo lo statuto e eleggiamo il segretario solo con il voto degli iscritti. L`importante che il sistema scelto poi abbia una logica. Non possiamo fare le primarie perché Matteo Renzi ha deciso dì candidarsi. I partiti non sono al servizio delle ambizioni individuali.

 

Le primarie non le chiede solo Renzi, anche Idv e Sel.

Facciamole, va bene. Ma cambiamo lo statuto. vettroniano Tonini chiede un congresso. Io l`ho chiesto sei mesi fa, non per ri- legittimare il segretario, ma per sciogliere i nodi delle politiche economiche e sociali che hanno creato molte divisioni fra noi.

 

Divisioni oggi silenziate da un patto sui posti in lista?

L`evolversi della crisi ha dimostrato chi aveva ragione e chino. Oggi nessuno considera la lettera della Bce come il migliore programma possibile per il Pd. Se invece contano i patti di sindacato tra leader, è chiaro che il giorno dopo le elezioni ricominceremmo a dividerci.

 

I filo-montiani del Pd si saranno convinti. Ma Monti resta un esponente europeo delle politiche del rigore.

Con Monti le posizioni in Europa si avvicinano. Ma il cambio di passo che Monti chiede nella Ue vogliamo vederlo anche in Italia. Il governo `tecnico` ha propagandato la riforma del lavoro come fosse capace di risolvere il problema del precariato, e non è così. C`è bisogno di politiche per i ceti più deboli del paese. E se non dovessero arrivare, il Pd si dovrebbe porre il problema della prosecuzione del governo Monti.

 

Il voto anticipato non sembra un buon investimento per il Pd: Bersani temporeggia sulle alleanze e aspetta la legge elettorale.

Non credo che Bersani temporeggi. È un`idea politicista. Guadagneremo voti se saremo in grado di affrontare la crisi. Il resto riguarda le persone molto da lontano.

 

Si può rimandare ancora a lungo la definizione delle alleanze?

Sel e Idv hanno tenuto atteggiamenti diversi. Vendola è stato più responsabile e rispettoso delle nostre scelte, Di Pietro ha rozzamente tentato di lucrare qualche punto, non riuscendoci.

 

La `foto di Vasto` regge. Vuole rompere con l`Idv?

Chiedo all`Idv di condividere la battaglia di questi prossimi mesi, con le legittime diversità. Le destre crollano, abbiamo praterie di fronte.

 

Praterie che però sono occupate da Grillo.

Grillo cresce, ma meno di come raccontano i sondaggi. Noi comunque dobbiamo aprire i partiti, cambiare noi stessi, fare un piano con chi ha voglia di considerare il Pd casa sua. Oggi non possiamo farlo perché c`è un patto sindacato fra chi non vuole cedere pezzi dì sovranità. Ma, ripeto, risolvere con 1` outsourcing l`innovazione è la fine del Pd. E il via libera per un pezzo dell`establishement di fare la propria lista.

 

Parla della società civile?

Ma le liste civiche faranno le primarie per scegliere i candidati, o l`innovazione la deve fare solo il Pd? E non chiamiamo società civile i gruppi economici che detengono i media. A proposito, dopo la sentenza Unipol (l`assoluzione in primo grado di molti `furbetti del quartierino` dall`accusa si essere stati favoriti nell`Opa su Antonveneta e Bnl, ndr), mi aspetterei le scuse agli italiani da parte dei direttori Mieli, Mauro e De Bortoli, che ci avevano spiegato che li c`era un`associazione a delinquere. Sarebbe interessante leggere sui loro giornali le inchieste sulle connessioni tra una parte dell`informazione, una parte della magistratura e i poteri economici. E come queste possano cambiare la storia economica d`Italia. Ma ho idea che nella lista civica di Scalfari di questi temi non sì discuterà. 


 

Intervista a Matteo Orfini, fonte:  il Manifesto



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