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La posizione del PD sulla riforma del mercato del lavoro‏

3 aprile 2012

Pubblicato in: Attualità

Il Partito Democratico ha scelto convintamente di chiudere la pagina del Governo Berlusconi sostenendo il Governo Monti, per salvare l'Italia dalla drammatica crisi finanziaria. Siamo passati dalla politica delle promesse all'affrontare la realtà della crisi economica e delle priorità del Paese, restituendo all'Italia una rinnovata credibilità internazionale, intervenendo con il Salva-Italia sulla tenuta dei conti pubblici, inasprendo la lotta all'evasione fiscale e all'Italia dei furbi e delle rendite di posizione.

Il PD dell’Emilia-Romagna ribadisce la propria piena adesione alla posizione espressa dal segretario Pier Luigi Bersani e approvata all’unanimità dalla direzione nazionale del PD del 26 marzo.


La proposta del governo sulla riforma del mercato del lavoro contiene alcune misure positive, più volte rivendicate dallo stesso PD, come, ad esempio, il ripristino del divieto delle dimissioni in bianco. Altre misure, come quelle riferite al contrasto alla precarietà del lavoro, appaiono positive nell’intenzione, ma ne va migliorata l’efficacia operativa, ad esempio in materia di disincentivo alle assunzioni a tempo determinato, ai contratti di collaborazione e alle false partite Iva. In particolare, c’è la necessità di limitare le causali nel ricorso al lavoro a termine e alla somministrazione di lavoro, e di introdurre misure dirette a contrastare il rischio che i maggiori costi di tali contratti si scarichino sulle retribuzioni dei lavoratori.


Anche le nuove misure annunciate per la riforma degli ammortizzatori sociali vanno migliorate, sia con l’estensione a lavoratori oggi esclusi (in particolare i parasubordinati) sia con un diverso impatto sui tempi della grave recessione in corso, che sta determinando un rischio occupazionale per centinaia di migliaia di lavoratori. Vanno anche rafforzate le misure per potenziare le politiche attive del lavoro, mirate alla formazione, alla riqualificazione e all’avviamento al lavoro.


Inoltre le proposte del Governo non sono intervenute a risolvere il problema dei lavoratori cosiddetti "esodati", che hanno lasciato il lavoro con incentivi e/o accordi che consentivano l'uscita verso la pensione. La riforma pensionistica ha lasciato drammaticamente queste persone in mezzo al guado, senza stipendio, né contributi pensionistici, né pensione. Ad oggi la soluzione di questo problema costituisce una assoluta priorità per il PD, assieme alla soluzione del problema dei ricongiungimenti onerosi Inpdap-Inps e alla necessità di spostare al 31 agosto del 2012 la data di verifica dei requisiti pensionistici per il personale della scuola.


Il PD dell’Emilia-Romagna riafferma che di fronte alla recessione in corso sono prioritarie misure per la crescita, secondo le linee di intervento più volte proposte dal PD a livello nazionale e regionale, sulla strada già intrapresa dal "Patto per la crescita" che la Regione Emilia-Romagna ha siglato con le parti sociali il 30 novembre scorso.


E’ quindi del tutto sproporzionata e pretestuosa l’enfasi attribuita alla riforma dell’art.18. Questa norma può essere modificata ispirandosi alle migliori regolazioni esistenti in Europa, e in particolare al modello tedesco, nel quale è sempre il giudice a determinare per tutti i tipi di licenziamento (disciplinari ed economici) la scelta tra indennizzo e reintegrazione, dopo avere acquisito il parere delle rappresentanze dei lavoratori. In nessun modo può essere invece accettata una soluzione che preveda la sola monetizzazione dei licenziamenti ove il motivo economico risulti inesistente e quindi il licenziamento sia arbitrario.


Le proposte del governo vanno quindi discusse e modificate in Parlamento, come del resto è accaduto per tutti i provvedimenti del governo Monti, tanto più che in questo caso si tratterà di un disegno di legge, secondo le giuste indicazioni del presidente della Repubblica. Il PD svilupperà nel paese e nel Parlamento una forte iniziativa proponendo un insieme di chiare e coerenti modifiche sugli aspetti più controversi e criticabili della riforma.


Se prevarranno la ragione e l’equità si potranno evitare inutili quanto autolesivi scontri ideologici e ricostituire le condizioni di una condivisione di fondo delle misure da adottare per migliorare il mercato del lavoro, guardando all’interesse del paese e non di singole parti politiche.


Per il PD la coesione sociale è una condizione essenziale per uscire dalla crisi senza approfondire il solco delle disuguaglianze. Per questo riteniamo che il Governo debba proseguire il confronto tra le parti sociali, poiché i costi della crisi non possono gravare solo su una parte della società e la tenuta sociale è un determinante fattore competitivo.


Il PD della Emilia-Romagna prende atto con viva soddisfazione che un decreto del Tribunale di Bologna abbia restituito alla Fiom-Cgil la possibilità di esercitare i diritti sindacali negli stabilimenti Fiat, da cui era stata ingiustamente esclusa e auspica che la Fiat receda dalla illiberale decisione di impedire l’affissione nelle bacheche de l’Unità.


Sui temi delle politiche del lavoro per la crescita il PD dell'Emilia-Romagna convocherà una Conferenza regionale del lavoro per il prossimo 25-26 Maggio.


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