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Disoccuazione: quadro allarmante. Ecco 10 punti per il rilancio del lavoro giovanile e femminile

1 febbraio 2012

Pubblicato in: Attualità

Sono stati diffusi i dati sull'occupazione nell'area euro e, ancora una volta, quelli riguardanti il nostro Paese sono allarmanti.


La disoccupazione continua ad aumentare raggiungendo livelli record.

A dicembre dello scorso anno il tasso di disoccupazione è salito all'8,9% in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a novembre e di 0,8 punti percentuali su base annua con una crescita, quindi, del 10,9%.
Battute, in negativo, anche le stime degli analisti che stimavano un tasso al 8,7%.
Si tratta del dato più alto dal gennaio 2004, anno d'inizio delle serie storiche mensili dell'Istat.

Nel dettaglio, a dicembre gli occupati italiani occupati erano 22 milioni  e 903 mila, un livello sostanzialmente invariato rispetto a novembre, in presenza però di un calo della componente maschile e di una crescita di quella femminile: 13,510 di milioni gli uomini, 9,393 milioni le donne.

Nel confronto con l'anno precedente, invece, l'occupazione diminuisce dello 0,1% (-23.000 unità).
Per i tecnici dell'Istituto di statistica c'è stato "un peggioramento consistente del mercato del lavoro".

La disoccupazione maschile cresce, dunque, del 5,1% rispetto a novembre e del 15,1% su base annua.
Diminuisce, invece, il numero di donne senza impiego: -3,9% rispetto a novembre, -6,2% nel confronto su base annua.

Alla fine dello scorso anno, quindi, il tasso di occupazione è pari al 56,9% con un tasso di inattività al 37,5%.

L'analisi di genere mostra per i maschi un tasso di occupazione al 67,1%, di disoccupazione all'8,4% e di inattività al 26,7%;
per le donne il tasso di occupazione è al 46,8%, quello di disoccupazione al 9,6% e di inattività al 48,2%.

A pagare il prezzo più alto, ancora una volta però, sono i giovani: uno su tre di quanti partecipano attivamente al mercato del lavoro, è senza impiego con un tasso di disoccupazione al 31%, in calo di 0,2 punti base rispetto a novembre, ma in aumento di 3 punti su base annua.
Nel complesso, i giovani disoccupati erano 3,920 milioni nell'Eurozona e 5,493 milioni nella Ue, rispetto a dicembre 2010 sono aumentati rispettivamente di 113mila e 241mila.
Il tasso di disoccupazione tra i giovani era così al 21,3% e al 22,1% rispettivamente contro 20,6% e 21% di un anno prima.

Sono questi, dati che preoccupano l'Unione Europea.
Un portavoce della Commissione Ue ha detto: "Dobbiamo agire ora, è inaccettabile che ci sia un livello così allarmante di giovani senza lavoro", mentre il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, ha inviato una lettera all'Italia ed agli altri sette paesi con i più alti livelli di disoccupazione giovanile, sollecitando l'uso dei fondi europei per favorire l'accesso al lavoro per i giovani.

I tassi più alti di disoccupazione giovanile si registrano in Spagna (48,7%), Grecia (47,2%, a ottobre) e Slovacchia (35,6%); l'Italia è al 31,2%.
I tassi più bassi sono quelli di Germania (7,8%), Austria (8,2%) e Olanda (8,6%)

Per questo, secondo il PD è necessario un cambiamento della politica macroeconomica nell'area euro per uno sviluppo sostenibile.
E' una condizione necessaria per aumentare l'occupazione e contrastare la precarietà, in particolare giovanile e femminile.


A complemento di tale strategia, in Italia si possono prevedere alcuni interventi specifici per il mercato del lavoro:

- 1 la definizione di un contratto per l'ingresso dei giovani e per il reingresso dei lavoratori e delle lavoratrici deboli al lavoro stabile (sostituisce il "contratto di apprendistato professionalizzante", il "contratto di apprendistato di alta qualificazione" ed il "contrato di inserimento").
Uno strumento di inserimento e reinserimento formativo caratterizzato da durata da 6 mesi a tre anni definita dalla contrattazione collettiva, livello contributivo inferiore a quanto in vigore per i "contratti atipici", retribuzione crescente fino ai livelli delle qualifiche corrispondenti previsti nel contratto collettivo nazionale di riferimento, agevolazioni contributive per il triennio successivo alla trasformazione in contratto a tempo indeterminato secondo le regole vigenti (incluso art.
18 dello Statuto dei Lavoratori).
Durante la fase iniziale, il licenziamento prevede una compensazione monetaria crescente in riferimento alla durata del rapporto di lavoro;

- 2 la drastica riduzione delle forme contrattuali precarie (contratto di collaborazione coordinata e continuativa, contratto a progetto limitato alle alte qualifiche, associazione in partecipazione, rapporti a partita Iva in mono-committenza o a committenza prevalente, ecc), la limitazione per ogni impresa dell'utilizzo dei contratti a tempo determinato (in riferimento a quote e causali) e l'eliminazione dei vantaggi di costo delle forme contrattuali flessibili residue;

- 3 nel quadro di una complessiva riforma degli ammortizzatori sociali, ad esempio secondo le linee della legge delega del 2007 condivisa da tutte le parti sociali, un'indennità di disoccupazione universale e tutele fondamentali (malattia, infortunio, ferie, congedi parentali, sostegno ai carichi familiari) ridefinite ed estese a tutte le tipologie di lavoro, dipendente, autonomo;

- 4 una retribuzione o compenso minimo orario, determinato in relazione ai minimi dei contratti nazionali di riferimento per i rapporti di lavoro fuori dal contratto nazionale;

- 5 in particolare, per l'occupazione femminile, il potenziamento dei servizi pubblici per conciliare lavoro e maternità ed un significativo aumento della detrazione fiscale per le mamme che lavorano; il ripristino delle norme di contrasto alle "dimissioni in bianco" e l'universalizzazione dell'indennità di maternità.

- 6 Le politiche attive per il lavoro e la riforma dei servizi per l'impiego, al fine di costruire sinergie tra intervento pubblico e privato profit e non profit, e della formazione professionale e della formazione continua.


- 7 La defiscalizzazione per i primi tre anni di attività delle imprese avviate da giovani.

- 8 La regolazione e la remunerazione degli stage.

- 9 La riforma del processo del lavoro.

- 10 L'introduzione di uno Statuto per i lavoratori autonomi ed i professionisti.

(Proposte elaborate a cura di Stefano Fassina, responsabile del Forum Lavoro della Segreteria nazionale del PD)


TAGS:
lavoro |  giovani |  disoccupoazione giovanile |  disoccupazione femminile | 

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